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Il boss De Martino e il finto certificato per uscire dal carcere: “Scrivi autolesionista e borderline”

Nell’ordinanza contro gli “XX” di Ponticelli ricostruito lo stratagemma usato dal capoclan per avere i domiciliari grazie a un medico compiacente.
A cura di Nico Falco
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Il boss Francesco De Martino, detenuto in carcere, stava cercando un escamotage per farsi concedere gli arresti domiciliari. E lo aveva trovato: voleva procurarsi un certificato medico che attestasse patologie psichiatriche. Così aveva dato istruzioni perché venisse contattato un determinato medico del centro di Igiene mentale di Ponticelli e aveva indicato anche cosa avrebbe dovuto esserci scritto: autolesionista, personalità bordeline, claustrofobico. La circostanza emerge dall'ordinanza eseguita contro il clan De Martino, che insieme ai De Micco controllava parte di Ponticelli e in particolare il rione Fiat.

Il blitz a Ponticelli contro i De Micco-De Martino

Il blitz è scattato all'alba di ieri, 3 ottobre, destinatari delle misure cautelari 50 indagati ritenuti vertici e gregari dei due gruppi che facevano capo alla famiglia De Micco, alias "i Bodo", e alla famiglia De Martino, alias "gli XX". Nel corposo fascicolo, quasi 1.200 pagine, viene ricostruita l'operatività del clan De Martino, che tra le altre attività aveva anche il controllo delle case popolari, ereditato dai De Luca Bossa: non solo gestiva le assegnazioni abusive, ricevendo denaro in cambio, ma imponeva agli inquilini il pagamento di 10 euro mensili per il pagamento della ditta che si occupava della pulizia delle parti comuni; dei 4.500 euro incassati, 2.500 finivano nelle casse del clan.

Il certificato falso del boss per lasciare il carcere

Le intercettazioni, integrate nell'ordinanza, risalgono al 2021. In quel periodo Francesco De Martino è detenuto e sta cercando un modo per lasciare il carcere. Cosa che, in effetti, poi avviene, quasi un anno dopo: il 19 gennaio 2022 gli vengono concessi i domiciliari, poi revocati pochi giorni dopo, il 27 gennaio, data in cui rientra in carcere per restarci fino al 15 luglio, quando ottiene la liberazione anticipata.

Il 30 marzo Francesco De Martino telefona al figlio Salvatore (destinatario di misura di custodia cautelare in carcere) e gli chiede di andare al centro di Igiene mentale di Ponticelli per rintracciare un medico che avrebbe dovuto produrre una certificazione uguale a quella già ottenuta in passato ma con la nuova data.

Il 9 aprile successivo De Martino, ancora detenuto, parla al telefono con la moglie, Carmela Ricci (tra i destinatari dell'ordinanza) e si fa passare il cognato, al quale chiede di andare al centro di Igiene mentale di Ponticelli per chiedere la certificazione con data aggiornata. Secondo il gip in quel periodo il medico sarebbe stato già avvicinato.

"Fagli scrivere che io soffro pure di autolesionismo", si raccomanda il boss. E, nel prosieguo della telefonata, elenca gli altri disturbi che vuole gli vengano certificati: "Fagli scrivere borderline ed autolesionista… attacchi di panico.. e castrofobia" (intende claustrofobia, ndr).

Nel corso della telefonata De Martino aggiunge che sul certificato deve esserci scritto che verrà controllato a casa a giorni alterni, anche se, specifica, il medico potrà anche andare una volta a settimana, questo non gli interessa. E dice al cognato di promettere un regalo in cambio: "Gli facciamo il regalo a lui, faglielo capire".

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